Piante aromatiche mediterranee o spontanee locali ed erbe per condimenti sono oggi tra le piante più conosciute perché utilizzate in cucina e presenti in molte ricette. Nel Medioevo però era meno usuale imbattersi in cibi conditi con salvia (Salvia officinalis), Rosmarino (Rosmarinus officinalis) e basilico (Ocimum basilicum) e dunque nelle aiuole del Giardino Botanico Medievale trovano spazio oltre 40 aromatiche meno conosciute oggi ma presenti sulle tavole del passato con grande frequenza. Due famiglie botaniche tra cui le Apiaceae (o Ombrellifere) e le Lamiaceae (o Labiate) sono ricche di piante con potere aromatico; basti pensare a Finocchietto Selvatico (Foeniculum vulgare), Carvi (Carum carvi), Cerfoglio (Anthriscus cerefolium), e Levistico (Levisticum officinale) oppure Santoreggia (Satureja montana), Nepeta (Nepeta mussinii), Mentuccia (Calamintha officinalis), Melissa (Melissa officinalis). Non mancano esempi di aromi di origine orientale che in breve tempo nell’epoca medievale presero il sopravvento - Cumino nero (Nigella sativa), Prezzemolo alessandrino (Smyrnium olusatrum) - mentre mancano le spezie come cannella, chiodi di garofani, anice stellate in quanto le condizioni ambientali non sono adatte alla loro coltivazione e cominciavano ad essere commerciate per i ceti abbienti in formato “pronto all’uso”.
